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Mobilità urbana

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Mobilità urbana

L’art. 16 della Costituzione Italiana sancisce il diritto alla mobilità: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.” Circolare liberamente è un diritto che l’amministrazione deve tutelare attivando politiche che agevolino e tutelino la mobilità dei cittadini.
L’inquinamento: i dati parlano di 39000 morti ogni anno dovute alle polveri sottili (PM 10) e la UE chiede all’Italia un piano di risanamento dell’aria, per non incorrere in sanzioni.
I cittadini ci dicono che ragionare di traffico è importante; infatti ne parlano spesso e sono disposti anche ad organizzarsi con raccolte firme e movimenti di opinione per orientare le scelte dell’amministrazione.
Costituzione, Unione Europea e cittadini ci dicono che dobbiamo assolutamente investire energie e risorse sul problema mobilità. Due sono le possibili linee politiche da seguire:

  • incentivare l’uso dell’auto, con politiche che ne facilitino il movimento;
  • studiare alternative, con politiche che sviluppino altre modalità di mobilità.

Gli obiettivi che ci poniamo devono necessariamente riferirsi alla seconda, senza dimenticare che non è possibile raggiungere certi obiettivi a breve termine, per cui occorre programmare anche azioni che facilitino il movimento di chi ha l’automobile, senza peraltro incentivarne l’utilizzo.
L’osservazione della situazione chiavarese, fatta anche in modo non scientifico, ci evidenzia situazioni di congestione in alcune zone ad alcune ore, un aumento di macchine posteggiate nell’area di piazza dell’umanità, problemi di sicurezza. D’altra parte le alternative al mezzo privato appaiono deboli. Il mezzo pubblico ha orari che mal si conciliano con i tempi delle persone. Inoltre non si riesce a comprare i biglietti facilmente e la gente teme anche per la sicurezza a bordo perché non c’è controllo sui viaggiatori.
Infine la mancanza di piste o percorsi ciclabili scoraggia l’uso della bicicletta.

Le proposte:

  1. in centro miglioriamo la mobilità pedonale. Eliminiamo le barriere architettoniche, per facilitare il movimento di tutti i cittadini;
  2. dalle periferie al centro allestiamo piste o percorsi ciclabili: in particolare da Caperana occorre sistemare tutto il lungo Entella, individuando anche le vie di accesso lungo via Parma e via Piacenza;
  3. istituiamo un servizio di bici a noleggio per spostamenti brevi all’interno del centro cittadino. Attraverso l’utilizzo di una tessera elettronica, il singolo utente può prelevare la bicicletta in qualunque cicloposteggio presente sul territorio e riconsegnarla ovunque trovi un cicloposteggio libero, anche in un luogo diverso da quello di origine. In tal modo, la bicicletta che viene riconsegnata diviene subito disponibile per un altro utente, che potrà spostarsi in città riconsegnandola in qualsiasi colonnina libera: il risultato che otteniamo è di un utilizzo rapido, con potenziale interazione trai i diversi punti della città, con una buona disponibilità di mezzi;
  4. aumentiamo i parcheggi per le biciclette;
  5. rivediamo con la ATP il piano delle linee degli autobus, istituendo stabilmente linee circolari all’interno del centro;
  6. facilitiamo l’uso del mezzo pubblico premiando in servizi (sconti negli esercizi commerciali, ore di sosta a prezzo agevolato, …) chi adotta buone pratiche (non usa l’auto da solo, non esaurisce il credito di ore di sosta la prima settimana…);
  7. concordiamo con APCOA una diversa politica delle tariffe, differenziando da zona a zona. Una parte del pedaggio può essere utilizzato per finanziare eventuali servizi per incentivare l’uso del mezzo pubblico. Ad esempio si potrebbe premiare con dieci ore di parcheggio gratuito chi fa l’abbonamento per l’uso del bus. Il Comune deve esercitare, tramite la scelta delle tariffe, la politica della sosta;
  8. bisogna ridurre le auto provenienti dai comuni esterni; un’idea è quella di impiegare una parte dei proventi dei parcheggi per garantire l’efficienza del servizio pubblico, nell’ambito di accordi per la mobilità stipulati sotto la regia della provincia. Vale sempre la proposta di premiare in servizi le buone abitudini. Nell’ambito di questi accordi le aziende di trasporto riescono a migliorare la qualità del servizio. Lo scopo è quello di rendere il mezzo pubblico più vantaggioso di quello privato;
  9. istituiamo la figura del mobility manager, anche in convenzione con i comuni limitrofi per organizzare la mobilità cittadina e comprensoriale;
  10. individuiamo aree periferiche per posteggiare e attivare un servizio navetta verso il centro;
  11. interveniamo comunque anche sull’attuale circolazione completando la realizzazione delle rotonde (alle quali va aggiunta anche quella della Piazza di Caperana all’altezza del Ponte), completando l’inversione di via Nino Bixio per il traffico automobilistico, come prevista dal PUT in essere, inserendo semafori “intelligenti” laddove occorrono, intervendo in periferia con interventi mirati alla circolazione nel quartiere (ad es. via Bado a senso unico verso via Piacenza);
  12. anche gli attraversamenti pedonali con semaforo saranno oggetto di intervento, con l’inserimento di tempi per il contemporaneo attraversamento pedonale dai quattro accessi all’incrocio, per evitare gli investimenti di chi attraversa con il verde, da parte di chi svolta avendo egli stesso il via libera semaforico.

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Istruzione ed educazione

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Istruzione ed educazione

Le scuole sono una delle principali risorse della nostra città. In questi anni non sono state oggetto di una programmazione particolare, ma hanno vissuto dell’elemosina degli investimenti in altri settori. Partecip@ttiva si impegna a garantire alle istituzioni scolastiche chiavaresi maggiori risorse finanziarie e una programmazione attenta ai reali bisogni educativi e funzionali.

I principali obiettivi:

  1. investimenti per le strutture delle scuole di competenza comunale (Infanzia, Primaria, Secondaria di I grado), per migliorarne la qualità e la sicurezza;
  2. aumento della spese per gli arredi e per il materiale scolastico;
  3. aumento degli investimenti per gli interventi di assistenza scolastica, in particolare:
    1. servizi educativi per alunni con difficoltà di apprendimento o con disabilità;
    2. servizi di mediazione culturale;
  4. cura dell’informazione su tutto ciò che riguarda il diritto allo studio;
  5. istituzione di una Consulta delle scuole chiavaresi per il coordinamento delle autonomie scolastiche al fine di:
    1. costruire una rete di progetti educativi da sostenere
    2. concordare gli elementi comuni (date, giorni di vacanza, eventi …)
    3. programmare interventi di educazione alla salute.

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La tutela della salute

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La tutela della salute

La salute è un bene al tempo stesso personale e comunitario. Il mantenimento della salute o il suo recupero non sono solo un interesse, un bisogno del singolo, ma riguardano tutta la comunità nella quale quel singolo vive.
E questo non solo per i costi che l’Ente locale che amministra quella comunità deve sostenere, dal momento che costi come, ad esempio, quelli per il recupero di un alcolista o di un tossicodipendente, o per il sostegno ad una famiglia con un anziano non autosufficiente, non sono costi esclusivamente sanitari.
Non è solo per un discorso di costi che consideriamo la salute un bene comunitario e non solo personale. La salute è un bene comunitario anche perché non c’è star bene senza appartenenza ad una comunità. Sentirsi parte attiva e viva di una comunità e per tutti noi componente imprescindibile del nostro stare bene, del nostro essere in salute.
Se ci pensiamo, la maggior parte delle forme di disagio sono correlabili ad esperienze negative di vita nella comunità di appartenenza (alcolismo, tossicodipendenza, disagio minorile, ma anche senile), tanto che, per cercare il recupero della salute, la società organizza piccole comunità di recupero specializzate, dei micro-cosmi per recuperare la capacità di rientrare nel macro-cosmo.
Le comunità di recupero ci dicono che, per recuperare la salute, non basta curare il corpo, occorre riabilitare la vita di relazione: non c’è salute senza ri-socializzazione, senza ri-inclusione.
Dare riconoscimento al processo di co-costruzione della nostra realtà sociale che cittadini, famiglie, realtà del terzo settore e associazionismo compiono insieme con l’amministrazione comunale significa dare centralità alla promozione e quindi significa compiere un passo attivo verso il diritto alla salute. Parlare oggi di bisogni di salute significa riconoscere che la salute si costruisce con città a dimensione delle necessità dei suoi cittadini, con l‘indicazione di nuovi stili di vita, con la promozione di una cura condivisa verso la propria salute, con un approccio educativo che riconosca il rapporto dialettico esistente tra risorse e bisogni.
Per migliorare lo stato di salute e rispondere ai bisogni dei cittadini è necessario spostare l’attenzione dalle “politiche di servizi” alle “politiche di salute”, con le quali si definiscono le scelte strategiche relative ai problemi prioritari da affrontare e le linee di intervento intersettoriali con cui raggiungere determinati traguardi di salute della popolazione locale, ad esempio, con interventi volti a promuovere il ruolo sociale dell’anziano e la sua autonomia oppure con una pianificazione urbanistica che tuteli le aree verdi e migliori la sicurezza stradale, con interventi a favore dello sviluppo del volontariato. Sono solo alcuni esempi di azioni che possono portare a migliorare in modo sostanziale la salute dei cittadini.
Un altro obiettivo importante delle “politiche di salute” è far crescere nella popolazione la capacità di controllo sulla propria salute creando occasioni di partecipazione effettiva alle scelte e sviluppando le conoscenze e le abilità personali di promozione della salute.
Questi obiettivi richiedono che si attui un processo di coinvolgimento e di partecipazione attiva alla tutela e alla promozione della salute, da parte di tutti coloro che possono intervenire sui fattori determinanti per la salute: decisori politici, cittadini, scuola, mondo del volontariato, imprenditori, operatori sociosanitari, mondo della comunicazione.

Alcune linee di intervento:

  1. attivazione di un “Centro di prevenzione e promozione della salute” in collaborazione con le associazioni di volontariato e con la ASL 4, che metta in rete le risorse e le azioni già poste in essere, al fine di favorire la confluenza e l’incontro di esperienze e competenze diverse, la progettazione di interventi mirati, la creazione di una sorta di banca delle disponibilità e delle competenze. Il Centro deve diventare un punto di riferimento per la persona che cerca un ascolto del proprio bisogno di salute, prima ancora del servizio sanitario;
  2. realizzazione di corsi di formazione per genitori e per insegnanti in ordine alla prevenzione;
  3. integrazione dell’organico dei servizi sociali con le figure professionali necessarie.

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La cultura

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La cultura

Oggi la cultura, nelle sue varie manifestazioni, ha finito per avere paradossalmente contenuti negativi tali da suscitare atteggiamenti antagonistici e di diffidenza, ostativi a qualsiasi dialogo. Un malcostume consolidato, peraltro pure regionale, parte sempre dall’assunto “non ci sono soldi”, anche in assenza di richieste, poiché qualsiasi proposta di collaborazione tra pubblico e privato va ad ostacolare la prassi di disperdere in mille piccoli rivoli i modesti contributi elargiti a tutti i propri “clientes” che costituiscono la piattaforma elettorale (i mille rivoli fanno comunque delle congrue somme!).
Anche la politica della cultura, come tutte le altre politiche, deve partire dalla conoscenza delle realtà territoriali, tra le quali troviamo esempi di eccellenza: il Museo archeologico, il Museo Scientifico Sanguineti-Leonardini, Villa Rocca ed il parco adiacente ecc., che hanno necessità di “aprirsi” al territorio e non soltanto in termini obsoleti di visite guidate per scolaresche o per gruppi, ma per costruire eventi articolati, creando commistioni tra arte, musica ed altre discipline. Occorre investire risorse, mettendo a bilancio capitoli di spesa, vincolati ad obiettivi definiti, chiari e condivisibili. L’attività dell’Assessorato alle Politiche Culturali consiste principalmente nella conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico, archeologico e monumentale e nella gestione degli eventi, ad essi collegabili.
Urge dunque un censimento delle risorse del territorio (associazioni, gallerie, volontariato, servizi sociali, strutture sanitarie…) disponibili a collaborare attivamente con l’assessorato per la definizione di obiettivi ed eventi, nella prospettiva di dare vita a forme di progettazione condivisa e partecipata che garantiscano esiti di lunga durata sul piano amministrativo-organizzativo; identificare i luoghi per costruire percorsi riconosciuti dalla cittadinanza, senza limiti di età o di categorie; identificare gli spazi dove i bambini possono esprimersi liberamente senza interferenze direttive degli adulti.
Prima di erogare qualsiasi contributo sarà richiesto il progetto nei dettagli dei relativi costi, della partecipazione di sponsor o contributi pubblicitari e di che tipo, e sarà necessaria, al termine, una relazione dei risultati rispetto agli obiettivi fissati, ed un resoconto contabile.
Sarà attivata anche una intensa comunicazione in rete, anche utilizzando la banda larga cittadina che realizzeremo, per facilitare l’interscambio.
Una politica che promuove la cultura migliora la qualità della vita in città, e stimola i talenti locali, e porta benessere sia a breve sia a lungo termine.

Abbiamo individuato cinque punti su cui verterà il nostro programma riguardante la cultura:

  1. azione di regia tra le diverse realtà museali chiavaresi per promuoverle e renderle maggiormente fruibili restituendo così alla città un patrimonio dimenticato e spesso non adeguatamente valorizzato;
  2. biblioteca: Chiavari non dispone di una biblioteca comunale dotata di sala lettura ma è ricca di collezioni librarie che meritano di essere valorizzate ed essere rese maggiormente fruibili. È quindi necessario coordinare le realtà bibliotecarie già esistenti (Biblioteca Elena Bono, Biblioteca del Museo Archeologico, Biblioteca della Terza Età, Biblioteche scolastiche) in vista di:
    1. individuare nuovi ambienti e mezzi (supporti informatici, internet) che facciano della biblioteca un luogo di aggregazione e confronto ed un centro di conoscenza e condivisione della cultura;
    2. estendere le fasce orarie di apertura diurne e serali;
    3. potenziare il settore dedicato ai ragazzi dedicando loro un’area con spazi per attività didattiche e di laboratorio;
    • coordinamento e coinvolgimento delle diverse associazioni culturali, che verranno coinvolte direttamente nell’organizzare la programmazione culturale dell’amministrazione;
    • programmazione di eventi di qualità, scegliendo anche di valorizzare con metodo e consapevolezza l’attività delle nostre associazioni culturali, assicurando così a Chiavari, una stagione di intrattenimento ricca di appuntamenti;
    • progetti con le scuole secondo una precisa programmazione che sia condivisa e che miri a proporre a bambini e ragazzi un’ampia offerta per la formazione culturale (incontri con gli autori, corsi di musica …)

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    Lo sport e l’educazione fisica

    Piano Regolatore Sociale -> Linee operative -> Le politiche integrate

    Lo sport e l’educazione fisica

    Esiste una sostanziale differenza tra il concetto di sport e quello di educazione fisica.
    Lo sport si caratterizza per il concetto di gara, è finalizzato al raggiungimento di un risultato in un contesto di competizione, che deve essere fonte di crescita ed educazione alla vita di gruppo e alla realtà.
    L’educazione fisica comprende tutte le attività motorie che hanno come finalità il benessere psicofisico (correre, saltare, nuotare, ecc.)
    L’amministrazione comunale ha, secondo noi, un ruolo fondamentale nell’avvicinare i suoi cittadini non solo allo sport (garantendo adeguate strutture e politiche gestionali) ma al concetto di salute in generale, offrendo a tutti spazi dove muoversi in libertà e sicurezza.

    Proponiamo quindi:

    1. realizzazione di una nuova palestra, anche in tensostruttura, nella zona retrostante al Palazzetto dello Sport;
    2. realizzazione di una migliore pista di atletica con annesse attrezzature all’interno del Campo Sportivo;
    3. realizzazione di aree per l’attività fisica libera sul lungo Entella,
    4. individuazione di aree attrezzate per il gioco sportivo libero (basket, calcio, …) nelle zone periferiche e manutenzione delle esistenti (Piana del nuovo Mercato);
    5. individuazione e realizzazione di un’area per lo skateboard ed il pattinaggio;
    6. accordi e/o convenzioni con enti proprietari o concessionari di spazi per il gioco sportivo libero (campetti, locali attrezzati) al fine di renderli fruibili per attività coordinate da personale / associazioni;
    7. diffusione e promozione di una vera e propria cultura della salute e del movimento, proponendo e coordinando interventi nelle Scuole che educhino al rispetto e alla sana competizione
    8. individuazione di spazi per dare una sede non precaria alle associazioni sportive che ancora non l’hanno.

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    La politiche abitative

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    Le politiche abitative

    Il problema della casa a Chiavari è diventato una vera e propria emergenza. Molte famiglie sono costrette ad affrontare sacrifici enormi per pagare affitti e mutui, vivendo continuamente in apprensione fino alla fine del mese. Tante giovani coppie, i cui componenti svolgono lavori precari, si sentono negare la possibilità di accedere al credito per poter mettere su casa e famiglia. Lavoratori e lavoratrici che provengono da altre parti del nostro Paese o del mondo, vedono “partire” gran parte loro salario per l’affitto.

    Proponiamo un piano straordinario per la casa che si basa su questi punti:

    1. agire sul patrimonio esistente per renderlo disponibile a questo scopo, accelerando le procedure per la riassegnazione degli alloggi che si rendono nel tempo disponibili; stimolare la locazione degli alloggi privati oggi vuoti;
    2. realizzare piani di edilizia pubblica per l’affitto;
    3. garantire anche a chi svolge lavori precari o discontinui la possibilità di accesso al credito agevolato.

    La linea di sviluppo attraverso cui dovrà evolversi la politica della casa nel Comune di Chiavari sarà quella di far svolgere all’Amministrazione pubblica una ruolo guida nelle scelte della politica abitativa della città. L’Amministrazione pubblica deve avere un ruolo attivo nella costruzione di una strategia dell’abitare, insieme alle associazioni degli inquilini e dei proprietari. Va data a tutti una possibilità, a seconda del reddito e della condizione sociale. Dobbiamo riportare le politiche abitative ad essere centrali nello sviluppo della qualità della vita dei cittadini, con una strategia complessiva e un approccio di sistema che adottino una nuova regia comune tra i soggetti in rete: enti, privati, mondo imprenditoriale.

    Le azioni che attiveremo:

    1. agevolazioni, in materia di oneri d’urbanizzazione e di costo delle aree, per chi costruisce riservando una quota di alloggi da destinare alla locazione agevolata o alla “futura vendita” a favore di giovani coppie;
    2. agire sul patrimonio esistente per renderlo disponibile a questo scopo, accelerando le procedure per la riassegnazione degli alloggi che si rendono nel tempo disponibili;
    3. intervenire sul mercato immobiliare per provare a ridimensionare la rendita speculativa, ad esempio orientando verso i finanziamenti che la UE destina alle politiche della casa, per la riduzione dell’inquinamento e il risparmio energetico o la conversione delle fonti produttive;
    4. incentivare, anche con l’impiego della leva tributaria, la disponibilità da parte dei privati alla locazione a canone concordato e contemporaneamente attraverso strumenti normativi e convenzionali garantire una rimessa in circolo degli alloggi inutilizzati;
    5. promuovere la formazione di accordi con Istituti di Credito convenzionati che prevedano, anche per lavoratori precari o discontinui, la possibilità di accesso a mutui agevolati per l’acquisto della prima casa a costi convenzionati.

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    Essere anziani a Chiavari

    Piano Regolatore Sociale -> Linee operative -> Le persone al centro nelle età della vita.

    Essere anziani

    Con il loro prezioso “bagaglio” di esperienza che riguarda tutti gli ambiti della vita, gli anziani rappresentano una risorsa spesso non valorizzata nella nostra società. Infatti alcune analisi del settore evidenziano che gli anziani sono coinvolti “strutturalmente” in vari processi di esclusione sociale, essendo meno integrati nel funzionamento basilare della società e dei suoi vari sistemi.
    Questo programma ha tra i suoi obiettivi quelli di promuovere politiche di inclusione attraverso l’attivazione di percorsi di inserimento sociale, sviluppare un sistema di tutela sociale degli anziani al fine di promuovere sul territorio provinciale attività che favoriscono il mantenimento psico-fisico della persona attraverso l’aggregazione, lo scambio sociale, la valorizzazione del proprio vissuto, lo sviluppo di interessi culturali.

    Nell’ambito delle politiche a sostegno della popolazione anziana si intende:

    1. qualificare l’assistenza domiciliare con l’aiuto del volontariato;
    2. aumentare l’offerta di centri diurni, sia in termini quantitativi che qualitativi;
    3. costruire reti di sostegno che coinvolgano attori pubblici, privati, profit, no profit;
    4. sostenere le persone anziane rispetto alla loro tranquillità e senso di sicurezza (telesoccorso – servizi di prossimità);
    5. migliorare l’informazione anche attraverso l’innovazione tecnologica: un esempio è l’attivazione di canali televisivi tematici trasmessi sulla rete cittadina.

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