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Pari opportunità di genere

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Pari opportunità di genere

Il tema della qualità della vita, della centralità delle persone, del benessere inteso come proposta di un sistema di valori e di azioni tese a produrre cambiamenti sostenibili, non può prescindere dal riconoscimento e dalla valorizzazione delle differenze, a partire da quella di genere. La realizzazione di condizioni di pari opportunità di genere è un obiettivo che viene promosso dalla Commissione Europea come uno dei motori principali di miglioramento della vita nelle città.

Ci proponiamo di:

  1. attivare iniziative cittadine culturali di sensibilizzazione sul tema delle pari opportunità;
  2. attivare azioni di sostegno alle donne nello svolgimento dei compiti quotidiani.

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Istruzione ed educazione

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Istruzione ed educazione

Le scuole sono una delle principali risorse della nostra città. In questi anni non sono state oggetto di una programmazione particolare, ma hanno vissuto dell’elemosina degli investimenti in altri settori. Partecip@ttiva si impegna a garantire alle istituzioni scolastiche chiavaresi maggiori risorse finanziarie e una programmazione attenta ai reali bisogni educativi e funzionali.

I principali obiettivi:

  1. investimenti per le strutture delle scuole di competenza comunale (Infanzia, Primaria, Secondaria di I grado), per migliorarne la qualità e la sicurezza;
  2. aumento della spese per gli arredi e per il materiale scolastico;
  3. aumento degli investimenti per gli interventi di assistenza scolastica, in particolare:
    1. servizi educativi per alunni con difficoltà di apprendimento o con disabilità;
    2. servizi di mediazione culturale;
  4. cura dell’informazione su tutto ciò che riguarda il diritto allo studio;
  5. istituzione di una Consulta delle scuole chiavaresi per il coordinamento delle autonomie scolastiche al fine di:
    1. costruire una rete di progetti educativi da sostenere
    2. concordare gli elementi comuni (date, giorni di vacanza, eventi …)
    3. programmare interventi di educazione alla salute.

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La tutela della salute

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La tutela della salute

La salute è un bene al tempo stesso personale e comunitario. Il mantenimento della salute o il suo recupero non sono solo un interesse, un bisogno del singolo, ma riguardano tutta la comunità nella quale quel singolo vive.
E questo non solo per i costi che l’Ente locale che amministra quella comunità deve sostenere, dal momento che costi come, ad esempio, quelli per il recupero di un alcolista o di un tossicodipendente, o per il sostegno ad una famiglia con un anziano non autosufficiente, non sono costi esclusivamente sanitari.
Non è solo per un discorso di costi che consideriamo la salute un bene comunitario e non solo personale. La salute è un bene comunitario anche perché non c’è star bene senza appartenenza ad una comunità. Sentirsi parte attiva e viva di una comunità e per tutti noi componente imprescindibile del nostro stare bene, del nostro essere in salute.
Se ci pensiamo, la maggior parte delle forme di disagio sono correlabili ad esperienze negative di vita nella comunità di appartenenza (alcolismo, tossicodipendenza, disagio minorile, ma anche senile), tanto che, per cercare il recupero della salute, la società organizza piccole comunità di recupero specializzate, dei micro-cosmi per recuperare la capacità di rientrare nel macro-cosmo.
Le comunità di recupero ci dicono che, per recuperare la salute, non basta curare il corpo, occorre riabilitare la vita di relazione: non c’è salute senza ri-socializzazione, senza ri-inclusione.
Dare riconoscimento al processo di co-costruzione della nostra realtà sociale che cittadini, famiglie, realtà del terzo settore e associazionismo compiono insieme con l’amministrazione comunale significa dare centralità alla promozione e quindi significa compiere un passo attivo verso il diritto alla salute. Parlare oggi di bisogni di salute significa riconoscere che la salute si costruisce con città a dimensione delle necessità dei suoi cittadini, con l‘indicazione di nuovi stili di vita, con la promozione di una cura condivisa verso la propria salute, con un approccio educativo che riconosca il rapporto dialettico esistente tra risorse e bisogni.
Per migliorare lo stato di salute e rispondere ai bisogni dei cittadini è necessario spostare l’attenzione dalle “politiche di servizi” alle “politiche di salute”, con le quali si definiscono le scelte strategiche relative ai problemi prioritari da affrontare e le linee di intervento intersettoriali con cui raggiungere determinati traguardi di salute della popolazione locale, ad esempio, con interventi volti a promuovere il ruolo sociale dell’anziano e la sua autonomia oppure con una pianificazione urbanistica che tuteli le aree verdi e migliori la sicurezza stradale, con interventi a favore dello sviluppo del volontariato. Sono solo alcuni esempi di azioni che possono portare a migliorare in modo sostanziale la salute dei cittadini.
Un altro obiettivo importante delle “politiche di salute” è far crescere nella popolazione la capacità di controllo sulla propria salute creando occasioni di partecipazione effettiva alle scelte e sviluppando le conoscenze e le abilità personali di promozione della salute.
Questi obiettivi richiedono che si attui un processo di coinvolgimento e di partecipazione attiva alla tutela e alla promozione della salute, da parte di tutti coloro che possono intervenire sui fattori determinanti per la salute: decisori politici, cittadini, scuola, mondo del volontariato, imprenditori, operatori sociosanitari, mondo della comunicazione.

Alcune linee di intervento:

  1. attivazione di un “Centro di prevenzione e promozione della salute” in collaborazione con le associazioni di volontariato e con la ASL 4, che metta in rete le risorse e le azioni già poste in essere, al fine di favorire la confluenza e l’incontro di esperienze e competenze diverse, la progettazione di interventi mirati, la creazione di una sorta di banca delle disponibilità e delle competenze. Il Centro deve diventare un punto di riferimento per la persona che cerca un ascolto del proprio bisogno di salute, prima ancora del servizio sanitario;
  2. realizzazione di corsi di formazione per genitori e per insegnanti in ordine alla prevenzione;
  3. integrazione dell’organico dei servizi sociali con le figure professionali necessarie.

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Lo sport e l’educazione fisica

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Lo sport e l’educazione fisica

Esiste una sostanziale differenza tra il concetto di sport e quello di educazione fisica.
Lo sport si caratterizza per il concetto di gara, è finalizzato al raggiungimento di un risultato in un contesto di competizione, che deve essere fonte di crescita ed educazione alla vita di gruppo e alla realtà.
L’educazione fisica comprende tutte le attività motorie che hanno come finalità il benessere psicofisico (correre, saltare, nuotare, ecc.)
L’amministrazione comunale ha, secondo noi, un ruolo fondamentale nell’avvicinare i suoi cittadini non solo allo sport (garantendo adeguate strutture e politiche gestionali) ma al concetto di salute in generale, offrendo a tutti spazi dove muoversi in libertà e sicurezza.

Proponiamo quindi:

  1. realizzazione di una nuova palestra, anche in tensostruttura, nella zona retrostante al Palazzetto dello Sport;
  2. realizzazione di una migliore pista di atletica con annesse attrezzature all’interno del Campo Sportivo;
  3. realizzazione di aree per l’attività fisica libera sul lungo Entella,
  4. individuazione di aree attrezzate per il gioco sportivo libero (basket, calcio, …) nelle zone periferiche e manutenzione delle esistenti (Piana del nuovo Mercato);
  5. individuazione e realizzazione di un’area per lo skateboard ed il pattinaggio;
  6. accordi e/o convenzioni con enti proprietari o concessionari di spazi per il gioco sportivo libero (campetti, locali attrezzati) al fine di renderli fruibili per attività coordinate da personale / associazioni;
  7. diffusione e promozione di una vera e propria cultura della salute e del movimento, proponendo e coordinando interventi nelle Scuole che educhino al rispetto e alla sana competizione
  8. individuazione di spazi per dare una sede non precaria alle associazioni sportive che ancora non l’hanno.

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La politiche abitative

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Le politiche abitative

Il problema della casa a Chiavari è diventato una vera e propria emergenza. Molte famiglie sono costrette ad affrontare sacrifici enormi per pagare affitti e mutui, vivendo continuamente in apprensione fino alla fine del mese. Tante giovani coppie, i cui componenti svolgono lavori precari, si sentono negare la possibilità di accedere al credito per poter mettere su casa e famiglia. Lavoratori e lavoratrici che provengono da altre parti del nostro Paese o del mondo, vedono “partire” gran parte loro salario per l’affitto.

Proponiamo un piano straordinario per la casa che si basa su questi punti:

  1. agire sul patrimonio esistente per renderlo disponibile a questo scopo, accelerando le procedure per la riassegnazione degli alloggi che si rendono nel tempo disponibili; stimolare la locazione degli alloggi privati oggi vuoti;
  2. realizzare piani di edilizia pubblica per l’affitto;
  3. garantire anche a chi svolge lavori precari o discontinui la possibilità di accesso al credito agevolato.

La linea di sviluppo attraverso cui dovrà evolversi la politica della casa nel Comune di Chiavari sarà quella di far svolgere all’Amministrazione pubblica una ruolo guida nelle scelte della politica abitativa della città. L’Amministrazione pubblica deve avere un ruolo attivo nella costruzione di una strategia dell’abitare, insieme alle associazioni degli inquilini e dei proprietari. Va data a tutti una possibilità, a seconda del reddito e della condizione sociale. Dobbiamo riportare le politiche abitative ad essere centrali nello sviluppo della qualità della vita dei cittadini, con una strategia complessiva e un approccio di sistema che adottino una nuova regia comune tra i soggetti in rete: enti, privati, mondo imprenditoriale.

Le azioni che attiveremo:

  1. agevolazioni, in materia di oneri d’urbanizzazione e di costo delle aree, per chi costruisce riservando una quota di alloggi da destinare alla locazione agevolata o alla “futura vendita” a favore di giovani coppie;
  2. agire sul patrimonio esistente per renderlo disponibile a questo scopo, accelerando le procedure per la riassegnazione degli alloggi che si rendono nel tempo disponibili;
  3. intervenire sul mercato immobiliare per provare a ridimensionare la rendita speculativa, ad esempio orientando verso i finanziamenti che la UE destina alle politiche della casa, per la riduzione dell’inquinamento e il risparmio energetico o la conversione delle fonti produttive;
  4. incentivare, anche con l’impiego della leva tributaria, la disponibilità da parte dei privati alla locazione a canone concordato e contemporaneamente attraverso strumenti normativi e convenzionali garantire una rimessa in circolo degli alloggi inutilizzati;
  5. promuovere la formazione di accordi con Istituti di Credito convenzionati che prevedano, anche per lavoratori precari o discontinui, la possibilità di accesso a mutui agevolati per l’acquisto della prima casa a costi convenzionati.

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Essere anziani a Chiavari

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Essere anziani

Con il loro prezioso “bagaglio” di esperienza che riguarda tutti gli ambiti della vita, gli anziani rappresentano una risorsa spesso non valorizzata nella nostra società. Infatti alcune analisi del settore evidenziano che gli anziani sono coinvolti “strutturalmente” in vari processi di esclusione sociale, essendo meno integrati nel funzionamento basilare della società e dei suoi vari sistemi.
Questo programma ha tra i suoi obiettivi quelli di promuovere politiche di inclusione attraverso l’attivazione di percorsi di inserimento sociale, sviluppare un sistema di tutela sociale degli anziani al fine di promuovere sul territorio provinciale attività che favoriscono il mantenimento psico-fisico della persona attraverso l’aggregazione, lo scambio sociale, la valorizzazione del proprio vissuto, lo sviluppo di interessi culturali.

Nell’ambito delle politiche a sostegno della popolazione anziana si intende:

  1. qualificare l’assistenza domiciliare con l’aiuto del volontariato;
  2. aumentare l’offerta di centri diurni, sia in termini quantitativi che qualitativi;
  3. costruire reti di sostegno che coinvolgano attori pubblici, privati, profit, no profit;
  4. sostenere le persone anziane rispetto alla loro tranquillità e senso di sicurezza (telesoccorso – servizi di prossimità);
  5. migliorare l’informazione anche attraverso l’innovazione tecnologica: un esempio è l’attivazione di canali televisivi tematici trasmessi sulla rete cittadina.

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Essere adolescenti, essere giovani a Chiavari

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Essere adolescenti, essere giovani

In questi ultimi anni si è diffusa la tendenza a sondare i bisogni della popolazione giovanile (sovente tramite interviste e questionari) nel tentativo di progettare e realizzare servizi congruenti alle esigenze rilevate. Ciò ha sicuramente arricchito le proposte rivolte alle nuove generazioni della nostra comunità. Tali servizi (Centro di Aggregazione, Informagiovani, Centro di ascolto e counselling per adolescenti, Servizi per l’impiego, ecc.) si configurano come servizi gratuiti, accessibili e conferiscono, opportunamente, ai giovani del nostro territorio lo status di cittadini, a pieno titolo.
I rischi legati a tale processo sono sintetizzabili nella tendenza a ritenere che a tali servizi sia possibile delegare la soddisfazione dell’intera gamma dei bisogni espressi dalla popolazione giovanile della nostra città. È presente cioè il rischio della delega, cioè la tendenza a far sì che il tema della “presa in carico” del quadro articolato delle problematiche che riguardano i nostri ragazzi e le nostre ragazze riguardi i cosiddetti “esperti”, soprattutto quando il dialogo fra generazioni diviene più difficile e complesso.
I limiti di questa prospettiva sono anche accentuati dalla tendenza “policentrica” con cui i giovani tendono sempre più a muoversi nella nostra società, tendono cioè ad avere sempre più punti di riferimento, incontrando in questo loro “spostamento” varie figure adulte, ognuna con il proprio ruolo (genitori e figure parentali, insegnanti e formatori, istruttori, allenatori, educatori, animatori, gestori di locali pubblici, rappresentanti delle forze dell’ordine, pubblici amministratori, ecc.).
Di qui una prima importante riflessione sulla domanda di formazione e sulla necessità di avviare spazi di confronto e discussione tra le figure adulte che compongono una comunità chiamata a farsi carico senza delegare della “problematica” dell’educare.
Non esistono iniziative, proposte, idee che in se stesse possano ambire a soddisfare il panorama articolato delle esigenze. Possono esistere esperienze nelle quali liberamente ciascuno può trovare collocazione o meglio significato (affettivo, relazionale, spirituale, ideologico…) e appartenenza.

Una prima traccia di iniziative da affidare al Piano Regolatore Sociale prevede le seguenti azioni:

  1. creare un Assessorato alle Politiche Giovanili;
  2. informare i giovani delle offerte della città, anche attraverso la creazione di un portale internet dedicato;
  3. prevedere sconti per l’accesso alle proposte per il tempo libero (sport, cinema, teatro, …) e per l’acquisto in esercizi commerciali convenzionati;
  4. individuare altri spazi di aggregazione, pubblici o privati convenzionati, per l’incontro dei giovani, anche gestiti insieme a loro;
  5. facilitare la comunicazione tra i giovani utilizzando figure educative e innovazione tecnologica;
  6. attivare sportelli orientativi ad accesso gratuito e non controllato;
  7. istituire il Consiglio Municipale dei Ragazzi.

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