Archivi categoria: territorio

Abbiamo vinto: abbandonato il progetto di Park in piazza N.S. dell’Orto

Abbiamo vinto!
Agostino abbandona il progetto del Park interrato di Piazza Ns. dell’Orto e ora possiamo chiaramente dire: grazie a Partecipattiva, che si è battuta per impedire la realizzazione di uno scempio nel cuore pulsante della città.
Grazie a Partecipattiva per le oltre 1100 firme raccolte contro la realizzazione del Park dell’Orto, mandate in copia a Regione, Provincia e Sovraintendenza affinchè non avvallassero il progetto.
Grazie a Partecipattiva che si è fatta tramite dei cittadini per raccogliere tutte le osservazioni da inviare agli Enti coinvolti, affinchè si rendessero conto di quale danno rappresentasse l’opera per la città.
Questa è la dimostrazione che la partecipazione è possibile e che è la base per la creazione di un modello di amministrazione democratico.
Partecipattiva lo dice da sempre!

Resoconto dell’incontro pubblico su AMBIENTE e SICUREZZA

Vivere bene a Chiavari non è solo uno slogan: è un pensiero su cui Partecipattiva punta molto per il futuro della nostra città.
Così Giorgio Canepa ha aperto la seconda serata di approfondimento del programma elettorale sul tema AMBIENTE e SICUREZZA illustrando i molteplici legami con la vivibilità e  l’educazione di vivere e abitare la città.
Il concetto di sicurezza urbana non si identifica necessariamente con l’ordine pubblico. L’azione di sorveglianza e repressione deve essere accompagnata da politiche di prevenzione, moltiplicazione dei servizi e riduzione dei rischi. Lo stato dell’ambiente urbano è fondamentale per la percezione della sicurezza da parte del cittadino, per questo la sicurezza delle strade, dei marciapiedi, l’arredo urbano, l’illuminazione e la pulizia sono tasselli fondamentali del nostro programma.” Continua a leggere

Progetto Lames e salvaguardia dell’ambiente

Nei giorni scorsi il Secolo XIX ha pubblicato alcune interviste ad esponenti del sindacato che commentavano negativamente la posizione espressa dalla sovrintendenza sull’urbanizzazione dell’area Lames.

Pubblichiamo qui la lettera che due chiavaresi hanno inviato al Secolo XIX (ed anche a noi per conoscenza) a commento delle interviste.

Progetto Lames e salvaguardia dell’ambiente

Abbiamo letto l’articolo di Debora Badinelli sul Secolo XIX del 6 novembre 2011, pagina 27, sul trasferimento della Lames da Chiavari Sampierdicanne alla località Quartaie di Cicagna e la sostituzione dell’attuale stabilimento Lames con un voluminoso complesso edile (un ‘grattacielo’ di 17 piani con adiacenti due palazzi di 6 piani e un edificio da donare al Comune). L’articolo accenna al parere negativo della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici al progetto edile, sulla base di scarsa documentazione ed eccessivo impatto ambientale. Leggiamo che il parere della sopraintendenza non è ‘gradito’ ai rappresentanti sindacali, che sostengono la prosecuzione del  ‘progetto Lames’ per motivi occupazionali. La questione è complicata, non vogliamo e non possiamo entrare in delicate questioni sindacali. Ma non possiamo non notare quanto segue. Il progetto edilizio Lames nell’area di Sanpierdicanne prevede la copertura del torrente Rupinaro, il rialzo dell’argine del torrente a ridosso del nuovo complesso edilizio di circa 80 centimetri e la realizzazione di parcheggi sotterranei in una zona di marcata esondazione del Rupinaro. Vogliamo ricordare quanto è successo a Chiavari in occasione dell’alluvione di circa dieci anni fa, con l’esondazione del Rupinaro a partire dalla zona della Lames, l’inondazione di garage e scantinati dei palazzi circostanti e, più a valle verso il centro di Chiavari, il bilancio di 1 morto. Scene drammatiche, che ci sono ritornate in mente guardando la tremenda alluvione di Genova di venerdì 4 novembre, causata dall’esondazione del rio Ferreggiano. E non possiamo non citare gli articoli pubblicati sul Secolo XIX del 6 novembre 2011, in particolare a pagina 6 (torrenti killer) e a pagina 4, in cui l’autore M. Maggiani conclude di essere stanco di sentir parlare di cause imprevedibili delle inondazioni. Siamo d’accordo con lui, occorre pensarci sin dall’inizio e farsi sentire. Ci chiediamo: è possibile che politici, sindacalisti e persone incompetenti nella di gestione del territorio e dei rischi inerenti, seppure per motivi comprensibili, possano pesantemente influenzare scelte urbanistiche e tecniche su cui non hanno competenze tecniche? Visto che da qualche parte occorre cominciare, lasciamo lavorare i tecnici in pace e usiamo la politica e le trattative sindacali per una migliore gestione del bene pubblico in toto, evitando speculazioni di qualunque tipo.

Ricordiamoci di queste interferenze e ricordiamoci di chi, per qualunque motivo, condiziona in modo negativo la corretta gestione del territorio e la sicurezza dei cittadini. Ricordiamocelo quando succedono i disastri ‘imprevedibili’ e andiamo a chiederne conto. Separiamo le giuste cause sindacali, da gestire con i datori di lavoro e con l’intermediazione della politica nazionale e locale, dall’urbanistica e dalla corretta gestione del territorio.

Marco Scambelluri e Luisella Pilotti
Sanpierdicanne, Chiavari

 

Lames: l’operazione immobiliare scricchiola e i lavoratori rischiano.

Abbiamo sempre affermato che se si vuole davvero salvare l’occupazione in Lames la strada intrappresa è sbagliata.
Il progetto urbanistico approvato in Consiglio Comunale è esagerato perchè si possa pensare ad un sua reale realizzazione.
Già la richiesta di una valutazione di impatto ambientale da parte della Regione è stato un primo segnale; adesso apprendiamo dalla stampa che anche la sovrintendenza ligure ai beni architettonici e paesaggistici boccia l’intervento (vedi articolo sul Secolo XIX).
Un’operazione immobiliare così consistente è destinata ad incontrare enormi ostacoli sul suo cammino: quale soggetto privato può pensare di investire in una operazione così a rischio?

Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: se si vuole salvare Lames bisogna praticare altre strade.

Regione, Provincia, Comune: dove siete?
Lo ribadiamo ancora: se l’occupazione in Lames dovesse subire un drastico ridimensionamento la responsabilità sarà solo vostra.

Lames: in Consiglio l’intervento di Partecipattiva

Ecco l’intervento fatto in aula dal consigliere di Partecipattiva, Alessandro Monti

Lo strumento urbanistico che abbiamo davanti è enorme, di quelli con i grandi numeri: 250 appartamenti, un grattacielo, palazzi di oltre 10 piani, case popolari.
Quella che ci è chiesto di votare è un’opera che se realizzata trasformerebbe radicalmente il quartiere di Sampierdicanne.
Eppure, incredibilmente, questa sera ci è chiesto un voto positivo che prescinda dal progetto, un voto dato senza entrare nel merito del progetto. Non ci dovrebbe neanche importare cosa c’è disegnato in questo progetto. È uno strumento urbanistico ma non c’entra con l’Urbanistica della città.
Perchè questo strumento urbanistico non serve per l’urbanizzazione della città, non è stato pensato per questo.
Serve, o meglio dovrebbe servire, a salvare la più grande azienda rimasta sul nostro territorio: la Lames.
Ci dicono che se lo votiamo, a prescindere dal suo contenuto, salviamo la Lames e i suoi lavoratori,  indifferentemente dal fatto che si parli di 10 appartamenti o di 250.
I proprietari di Lames hanno parlato chiaro: “se il progetto si blocca, se non passa, ce ne andiamo all’estero.”

Regione e Provincia difronte a questa minaccia sono scattate sull’attenti e hanno detto: “Certo dott. Pellegri. Lei presenti un progetto che le dia il ritorno di cui ha bisogno e noi le daremo tutte le autorizzazioni con celerità!” . Come dire: “Non ci interessa neanche sapere cosa c’è scritto su quel progetto, se serve per salvare la Lames!”

E Lames il progetto in un batter d’occhio lo ha prodotto. E poi ha detto ai consilieri comunali: “approvatelo in fretta: entro luglio, senza guardarlo!”

Io l’ho guardato, anche se sapevo che non dovevo. E lo hanno guardato anche altri in città.
Una cementificazione impressionante inserita in un territorio che in modo molto evidente non ha le infrastrutture per sopportarlo: strade, parcheggi, fognature, impianti non sono adeguati a sopportare l’impatto con questa colata di cemento e con le 1000 persone che verrebbero ad abitarvi.

E allora mi sono chiesto, insieme agli amici di Partecipattiva: ma serve veramente per salvare la Lames? 
Continua a leggere

Appello a Regione, Provincia e Comune: per salvare la Lames ci vuole una strategia più sicura di quella portata avanti fino ad oggi!

Al Presidente della Regione Liguria

Al Presidente della Provincia di Genova

Al Sindaco di Chiavari

Come è noto martedì prossimo in Consiglio Comunale a Chiavari ci sarà la tanto attesa approvazione del nuovo progetto urbanistico che dovrebbe scongiurare la chiusura della Lames. Potremo dire quindi che l’occupazione è stata salvata? No. Sapete benissimo che non è così e lo sapete fin dal primo momento.

Sapete infatti che la macchina dello spostamento della azienda si metterà in azione solo quando si presenterà un immobiliarista disposto ad acquistare da Lames il progetto versando 16 milioni di euro.

È sicuro che ciò accadrà? Credo proprio di no.

Disegno del grattacieloÈ un dato oggettivo che questo progetto di edificazione nell’area Lames si presenta come un investimento dai guadagni molto incerti. Chi può pensare di mettere sul tavolo adesso 16 milioni di euro sapendo che dovrà assolutamente vendere tutti i 230 appartamenti, che peraltro saranno pronti tra 6/7 anni, tenendo conto che non si tratta di una zona di particolare pregio ambientale e con la spada di Damocle di una bonifica del terreno dagli esiti incerti? Ricordiamoci che a Chiavari ne veniamo da ben tre bandi andati deserti per comprare l’area di Colmata, che di sicuro è un sito di maggior valore.

Credo che questo scenario vi sia chiaro fin dal primo momento. Tuttavia avete percorso ugualmente questa strada indicata da Lames, senza proporre nulla di alternativo. Perché? Non temete che Lames, non trovando un acquirente, decida di andarsene all’estero, scaricando la colpa sul “mercato immobiliare”? Cosa  siete pronti a fare in questo caso? Vi limiterete a manifestare la vostra solidarietà ai lavoratori, affermando che “ce l’avete messa tutta, ma purtroppo non è bastato!” ?

Ma c’è un altro scenario ancora più inquietante che si può aprire e che forse avete sottovalutato. Non è da escludere infatti che, prima ancora che salti fuori un acquirente, qualche libero cittadino chiavarese decida di fare un ricorso contro la pesante opera di urbanizzazione progettata, magari solo per difendere un diritto di proprietà: gli elementi per un tale scenario certamente non mancano perché lo strumento urbanistico in approvazione fa acqua da più parti. Basti pensare che la pratica in approvazione martedì prossimo non è conforme all’atto d’indirizzo votato dal Consiglio Comunale chiavarese lo scorso 5 aprile. Continua a leggere