COMUNICATO STAMPA
La manifestazione di oggi, seppure promossa da “Ripartiamo da Lavagna” non ha alcuna valenza politica ma vuole presentare all’opinione pubblica l’ampio ed assolutamente trasversale panorama di coloro che esprimono doverosi dubbi e gravi preoccupazioni su questo progetto. Alla manifestazione hanno dato il loro assenso numerose associazioni ambientaliste, movimenti come M5S e Partecipattiva ed esponenti di vari partiti che si sono riuniti, senza simboli, davanti al Depuratore esistente a Lavagna per mostrare ai cittadini una delle tante alternative, quella di adattare l’impianto esistente alle nuove normative con un elevatissimo risparmio di soldi, tempo e iter burocratico.
In questa nota vogliamo soprattutto evidenziare le numerose incongruenze ed inesattezze, non arriviamo a definirle bugie, con le quali i fautori del progetto, IREN, Regione per voce dell’Assessore Briano, Provincia per voce del Commissario straordinario Fossati ed in ultimo il Comune di Lavagna per voce del Sindaco Vaccarezza, hanno bombardato i cittadini attraverso i media.
ECONOMIA DI SCALA – MANCANZA DI ALTRE AREE IDONEE
Una delle leggi di Murphy definiva l’elefante come un topolino progettato dal governo, esempio calzante per questo progetto.
Continuano a dirci che la soluzione di un depuratore unico è quella più economica. Nel frattempo il costo iniziale dichiarato è lievitato in pochi mesi da 58 milioni ad 80 milioni.
Usa simile cifra comprende non solo il depuratore in se, peraltro molto sovradimensionato rispetto all’utenza prevista, praticamente il doppio, ma anche la costruzione della colmata ed il collettore tra Sestri e Lavagna. Con 80 milioni si possono costruire comodamente DUE depuratori come quello di Rapallo (90.000 Abitanti Equivalenti) eliminando la necessità di costruire una colmata, foriera di prevedibili problemi idrogeologici e lungo la costa, e un collettore che, oltre ad essere installato in aree critiche, la costa spesso battuta da violente mareggiate, l’area di Cavi e Sant’Anna con evidenti problemi di stabilità geologica. Tale soluzione consentirebbe di superare il falso problema per cui Sestri Levante non ha trovato aree idonee, visto che un depuratore sufficiente per la Val Petronio sarebbe notevolmente più piccolo; inoltre trasferire i liquami da un bacino idrogeologico all’altro è innaturale e dispendioso e va contro le attuali normative che vedono l’obbligo del riuso delle acque depurate per cui la Val Petronio verrebbe esclusa da un simile vantaggio, inoltre un eventuale guasto delle condotte sarebbe disastroso.
SANZIONI
Solo dopo ripetute precisazioni da parte della minoranza lavagnese, di numerose associazioni e movimenti non ultimo M5S, recentemente l’Assessore Briano ha ammesso pubblicamente su Telepace che esistono DUE LIVELLI diversi di contenzioso europeo, il primo quello di Rapallo, già condannato con sentenza europea del 19 Luglio 2012, Il SECONDO quello che vede coinvolte Lavagna, Cogorno, Sestri Levante, Casarza Ligure e Castiglione Chiavarese i quali sono inseriti in una procedura di precontenzioso che precede, anche di anni un’eventuale condanna con conseguenti sanzioni. Ciò nonostante queste sanzioni vengono continuamente sbandierate facendo di tutta l’erba un fascio.
Quello che lascia perplessi è la presenza di una LEGGE REGIONALE del 5 MARZO 2012 che ha sempre distinto le due condizioni e che NESSUNO degli attori si ostina a prendere in considerazione, forse proprio perché smaschera il tentativo di terrorismo mediatico nei confronti dei cittadini che si devono preoccupare, sicuramente, ma che devono sapere che il principale responsabile del mancato adeguamento degli impianti è Regione e ATO con il suo gestore unico IREN.
STUDI E VALUTAZIONI .
Negli ultimi mesi abbiamo sentito a più riprese evocare come risolutivi e rassicuranti i pareri più disparati spesso dimostrando superficialità e pressapochismo. Eccone alcuni
- Il fantomatico “Studio di Fattibilità” prodotto da “Sviluppo Genova” che in 70 paginette di copia incolla dava come fattibile la colmata senza però indicare nessun parere autorevole ed INDIPENDENTE.
- Lo studio elaborato dall’Ing. La Barbera e commissionato da IREN , principale fautore del progetto in cui veniva candidamente ammesso che, con la colmata, in caso di piena il livello idrico ALLA FOCE si sarebbe innalzato di 20cm. Lo studio si limitava alla sola foce ed IGNORAVA completamente il Bacino Idrogeologico dell’Entella. Molti si chiedono cosa potrebbe causare a monte un innalzamento di 20 centimetri alla foce. Eppure tutti i fautori del progetto dicono che non ci sono problemi.
- Viene continuamente richiamato uno Studio della Facoltà di Architettura, che però nessuno ha visto. Mi chiedo quale competenza abbia un architetto, per quanto bravo, relativamente all’assetto Idrogeologico di fiume e costa e quanto sia competente riguardo ad ingegneria Idraulica. Del resto abbiamo un autorevole esempio di errata progettazione di una colmata. L’archistar Renzo Piano ha progettato il futuristico aeroporto di Osaka in Giappone costruito su una colmata, peccato che stia sprofondando di 17 centimetri all’anno.
- Troviamo quasi ridicola il vero e proprio valzer, con relative piroette, di nomi di Università ed Enti che i vari fautori del progetto gettano in pasto ai media quali esecutori di fantomatiche “prove in Vasca” (ANVERSA (Olanda), SVEZIA, PISA, FIRENZE, DANIMARCA).
Soprattutto il nome di ANVERSA (Olanda) ci ha colpiti, infatti l’Università di Anversa (Olanda) NON ha alcuna facoltà od istituto che si occupi di simili attività, forse pensavano che il ITMMA (Institute of Transport and Maritime Management Antwerp) si occupi di simili aspetti invece che di management e logistica. Poi abbiamo scoperto che l’Università NAPOLI II ha un Laboratorio di Idraulica e Idraulica Marittima che si occupa di prove in vasca per opere portuali e che l’impianto si trova ad AVERSA (ANVERSA senza N) in provincia di Caserta. Questo a confermare di come IREN e Enti Liguri NON SAPPIANO ASSOLUTAMENTE DI COSA PARLANO e siano decisamente in stato confusionale nel dare notizie ai cittadini sempre che non sia voluto.
Quando i vari fautori del progetto dichiarano che noi “detrattori” critichiamo in base a fantasie, dopo aver controllato le loro stesse affermazioni, anch’esse poco attendibili e suscettibili di critiche, avrebbero dovuto informarsi.
Innanzitutto sarebbe stato utile intervenire al convegno organizzato il 9 marzo scorso dal “BANDOLO”, associazione culturale di Chiavari, dal titolo “SFRUTTAMENTO DEL NOSTRO TERRITORIO COSTIERO” in cui proprio il progetto della colmata veniva preso ad esempio negativo da un docente del DISTAV (Dipartimento di Scienze della terra, dell’ambiente e della vita) dell’Università di Genova.
Inoltre sarebbe utile la lettura dei seguenti documenti :
1. PIANO DI TUTELA DELL’AMBIENTE MARINO E COSTIERO edito dalla Regione LIGURIA a seguito della Legge Regionale n°20/2006
2. Terranova 1977
3. Ferretti/Ferrari 2002 “Caratteri morfologici, sedimentologici ed evoluzione del litorale compreso fra Chiavari e Sestri Levante (Liguria orientale)
4. “STUDI PER LA CREAZIONE DI STRUMENTI DI GESTIONE COSTIERA. Golfo del Tigullio”, a cura di O. Ferretti, edizione ENEA (Ente Nazionale Energia e Ambiente) S.Teresa Centro Ricerche Ambiente Marino, La Spezia, Settembre 2003
5. Piano di bacino del Fiume Entella (che si ferma al ponte della ferrovia)
In conclusione è assolutamente necessario disporre di studi INDIPENDENTI sull’effettivo impatto, probabilmente NEGATIVO, che una colmata alla foce dell’Entella potrebbe causare alla costa ed a TUTTO il bacino dell’Entella e non alla sola foce.
Elaborare modelli matematici o Simulazioni in Vasca con Modelli in Scala (le cosiddette “miniature” cui faceva riferimento il Sig. Seggi) che si limitino al solo tratto di costa lavagnese ed alla sola foce dell’Entella è sicuramente minimizzare in modo irresponsabile i possibili rischi.
Nessuna decisione può essere presa senza tener conto di tutte le possibili interazioni con il piano di bacino in continuo divenire altrimenti altri progetti come la famigerata “diga Perfigli” o la opinabile demolizione del ponte delle Libertà sono inutili se non dannosi, quanto meno al portafoglio dei contribuenti, visti i costi.
Siamo inoltre stupiti che ancora si pensi se sia il caso o meno, cosi si legge dai giornali, di richiedere un VIA (Valutazione Impatto Ambientale) od un VAS (Valutazione Ambientale Strategica) di fronte ad un progetto di simile entità ed impatto che va a modificare l’assetto idrogeologico di un fiume come l’Entella, già instabile, e della costa in barba ad una legge regionale.
Inoltre assistiamo ad un atteggiamento da parte dei fautori del progetto che è molto simile a quello che si evidenziava durante l’iter della cosiddetta “diga Perfigli” in cui si comportavano come se l’acqua di un fiume ubbidisse nel suo comportamento alle linee tracciate sulla carta come ora pretendono che avvenga con il progetto della colmata in cui ignorano completamente le conseguenze a monte della foce e sulle coste delle città confinanti.
In conclusione ribadiamo che un depuratore è una necessita inderogabile e non più rimandabile non per le paventate sanzioni ma per la salvaguardia di una delle poche risorse rimaste al nostro comprensorio, l’ambiente.
Neghiamo assolutamente che la soluzione della Colmata sia l’unica possibile, sia per l’evidente impatto ambientale ma anche per l’aggravio in termini di COSTI e di TEMPO di esecuzione che una simile soluzione comporterebbe.