Pubblichiamo la lettera aperta che il Comitato Acqua Pubblica ha inviato ai sindaci del Tigullio a fine novembre
Ai Sindaci del Tigullio
Gentili Signori Sindaco, probabilmente avrete sentito parlare di noi: siamo il Comitato Acqua Pubblica-Bene Comune del Tigullio, crediamo che l’acqua non sia una merce e che deve essere amata e rispettata, non solo gestita bene. Forse un’utopia, ma nella tradizione della civiltà di tutti i popoli.
Attualmente la gestione del ciclo integrato dell’acqua avviene, in osservanza alla Legge Galli, con le delibere dell’AATO, a cui partecipate voi o un vostro rappresentante, e la gestione tecnica di un Gestore responsabile, nel Tigullio AMGA, ora divenuta Iride. Tutta la gestione e i progetti vanno finanziati con le tariffe e questo, ve ne sarete accorti, rende impossibile una buona gestione. Troppe cose vanno male e per questo abbiamo raccolto in tutta Italia oltre 400.000 firme, per presentare una proposta di legge per la ripubblicizzazione dell’acqua (come è stato deciso pochi giorni fa a Parigi) e perché il finanziamento della gestione avvenga anche con la fiscalità generale, come per la scuola e la sanità. Perché l’acqua no?
Ne parleremmo volentieri con voi, ora che la nostra proposta di legge è in discussione alla Commissione Ambiente della Camera, ed abbiamo bisogno del sostegno dei cittadini e degli eletti.
Ma ora vogliamo parlare di un problema che vi riguarda personalmente: come primi cittadini siete responsabili della salute della popolazione. ASL e gestori riferiscono dati positivi sulla qualità dell’acqua erogata, ma i controlli sono fatti sull’acqua che arriva alle case, non su quella che esce dai rubinetti. Di certo saprete che l’art. 5 del Decreto legislativo 31/2001 stabilisce che i parametri di qualità dell’acqua devono essere “nel punto in cui l’acqua fuoriesce dal rubinetto”
Il 29 marzo 2007 il direttore generale di Federgasacqua, Drusiani, ha dichiarato che “il problema del Piombo (NB molto tossico! potrebbe riguardare gli appartamenti costruiti prima del 1945”.
Siamo da tempo preoccupati. Nel Tigullio, bello e in parte antico, controlli al rubinetto non se ne sono mai fatti, neppure a campione nelle case più vecchie; gli unici responsabili sembrerebbero gli amministratori condominiali, che dovrebbero conoscere il tipo e lo stato della rete idrica interna agli edifici, e quindi se c’è rischio piombo. Noi crediamo che anche Voi siete responsabili, anzi i primi.
Siete in grado di escludere che in tutte le case delle vostre città ci siano tubature in piombo? I vostri uffici possono chiarire il problema? Attendiamo una vostra risposta pubblica.
Un altro problema urgente e che vi riguarda, tutti insieme: lo stato dei depuratori e la loro capacità depurante, quella di tutti i depuratori del Tigullio, non solo quello di una singola città. E anche di quelli di Genova e Spezia, perché la corrente del mare non ha confini burocratici, grazie a Dio.
Di certo conoscete i risultati dello studio ASL4-ARPAL “Valutazioni sulla qualità delle acque di balneazione nel tratto di costa Portofino-Moneglia triennio 2001- 2003”.
Sono dati vecchi, ma – a seguito di una nostra richiesta al direttore dell’ASL dott. Cavagnaro di aggiornamento dei dati – il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL4 dott. Manti ci ha scritto che “non è prioritario un aggiornamento dei dati, in quanto nel periodo intercorso non ci sono stati modificazioni strutturali che possano dare variazioni significative, in senso positivo o negativo, dei risultati dello studio citato”.
E meno male che non c’è il sospetto di un peggioramento! Infatti lo studio già affermava che “nel tratto di costa Portofino-Moneglia, mediamente, circa il 70% del carico organico in ingresso ai depuratori viene rilasciato nel mare del Tigullio, in rapporto alle situazioni tecniche dei depuratori che non sono adeguate”. E d’estate, coi turisti, addirittura l’80% ne va dritto in mare!
Questi dati li abbiamo già detti e ripetuti, anche in TV e sui giornali, nell’aprile 2007.
Nulla, solo qualche scaramuccia insignificante tra qualche sindaco e gestore. Chiacchiere. Scriviamo contemporaneamente all’AATO e all’Assessore della Provincia competente, ma anche la responsabilità collettiva di Voi Sindaci, tutti rappresentati nell’AATO, è per noi chiara.
Non ci sono né progetti, né soldi, nel Piano d’Ambito solo indicazioni generiche, a 25-30 anni.
Cosa ci potete e volete dire?
Cordialità per il Comitato del Tigullio Antonio Lupo 21/11/07